Si chiama Brand Journalism ed è la nuova tendenza della stampa generalista e specializzata. In pratica le redazioni di magazine e quotidiani si trovano ad accettare molto volentieri le informazioni scritte e prodotte direttamente dalle aziende.
Mancanza di organico nelle redazioni, minore specializzazione su materie di nicchia, affanno alla ricerca di news 24 ore su 24, sono le principali cause di questa evoluzione, che dal punto di vista delle aziende rappresenta un notevole vantaggio, assolutamente da sfruttare.
Quando una azienda decide di scegliere la strategia della creazione dei contenuti a valore (content management) sapere di poter creare articoli tematici specialistici o scientifici e di vederli pubblicati sulle riviste di settore a titolo gratuito rappresenta una conferma di aver imboccata la via corretta.
L’article marketing, caduto negli ultimi tempi in disgrazia a causa delle modifiche degli algoritmi di Google e diventato inefficace dal punto di vista SEO, torna ora ad essere di grande interesse e attualità come forma di pubblicità e redazionale.
Il processo di creazione della notizia cambia dunque forma e segue sempre più spesso la strada dalla pubblicazione da parte dell’azienda sui propri social network di comunicati stampa, post, video, immagini che poi vengono ripresi e utilizzati dai media tradizionali e online, sempre alla ricerca di novità e aggiornamenti.
Ciò che diventa cruciale è che i contenuti pubblicati dalle aziende inizialmente non siano eccessivamente pubblicitari, ma contengano informazioni e approfondimenti utili per i lettori e poi il gioco è fatto!
Si torna così a parlare di Native Advertising, di cui in questo blog abbiamo già parlato all’inizio dello scorso anno. Ricordiamo la definizione di native advertising: contenuto sponsorizzato progettato per apparire integrato ad un contenuto di una pubblicazione (sito, blog, social), adottando lo stesso look and feel dell’ambiente in cui viene inserito con lo scopo di offrire un significato aggiuntivo o informazioni al di là della portata di un semplice messaggio pubblicitario. Naturalmente i contenuti di Native Advertising sono progettati per essere visualizzati bene sia su Web che su rete mobile con gli smartphone.
Si stiamo parlando di quelli che sui media tradizionali già si chiamavano publiredazionali! sintetizzando nulla si crea ma tutto evolve…
Le aziende creano contenuti per sopperire ai vuoti della stampa specializzata che in carenza di informazioni autoprodotte rilanciano sui propri media senza nessuna rielaborazione perchè i contributi risultano già creati per essere inseriti e apparire come originali. La stampa ottiene notizie velocemente e con minor sforzo, le aziende ottengono che i loro contenuti appaiano frutto del lavoro di terzi e quindi più autorevoli.
Tutti felici e contenti!
E voi? già usate l’article marketing? che esperienze avete?
39Marketing, agenzia marketing di Milano, specializzata nella comunicazione online e social marketing